Main Menu

Sicurezza, la prima difesa è la consapevolezza

sicurezza informatica
Foto di RAEng_Publications da Pixabay

Sicurezza, la prima difesa è la consapevolezza

Sicurezza, la prima difesa è la consapevolezza

In dialogo con il consulente Marco Montironi, esperto nella protezione dei dati

Proseguiamo la nostra conversazione, a cura di Annaleda Mazzucato, con Marco Montironi, esperto nella protezione dei dati, che ci aiuta capire meglio il tema della sicurezza informatica, gli sviluppi futuri e le tecnologie che giocheranno un ruolo strategico.

Parliamo di sicurezza in rete in senso più generale. Quali sono, a suo avviso, gli strumenti che garantiscono gli utenti della rete oggi?

Gli strumenti a cui siamo stati abituati negli anni passati (come antivirus e antispam, backup, firewall, crittografia end-to-end) restano imprescindibili, ma l’evoluzione delle minacce a cui siamo tutti soggetti come utenti della rete, li rendono assolutamente non sufficienti. In questo senso, lo “strumento” più importante di tutti è la consapevolezza: solo conoscendo, e mantenendosi aggiornati su, quali sono le minacce che comporta utilizzare la rete è possibile cercare un modo per difendersi. Non può esistere cybersecurity senza formazione di tutti gli utenti.

Volendo scendere più nel concreto, il primo strumento che posso consigliare è prendersi il tempo necessario ad impostare le opzioni che i dispositivi e i servizi online ci mettono a disposizione; nei limiti delle scelte possibili, questo garantisce il controllo da parte nostra sui dati che generiamo o dobbiamo usare.

Il secondo strumento è la custodia della nostra identità digitale, cioè di tutte quelle informazioni che garantiscono “che siamo proprio noi” nel mondo immateriale della rete; mi riferisco alle odiatissime password, per cui è indispensabile cambiare approccio: o affidandosi ai nuovi metodi “senza password”, ma che hanno il grandissimo difetto di delegare un soggetto terzo alla custodia precedentemente detta, oppure usando i password manager, cioè quei sistemi che memorizzano in modo protetto (tramite cifratura) le password, permettendoci di evitare di ricordarle a memoria e quindi di impostarle difficili a piacimento e soprattutto diverse per ogni singolo caso.

C’è poi un gran fiorire di strumenti cosiddetti privacy enhancing tecnologies, cioè applicazioni che integrano o sostituiscono quelle più note, e che permettono di aumentare significativamente la sicurezza e il controllo dei propri dati; solo per fare un esempio, nella categoria dei browser web ne esistono veramente tante, che con le stesse caratteristiche e performance degli altri impediscono tracciamenti e installazioni occulte. Questi strumenti sono alla portata di tutti, ma necessitano di dedicarci un po’ di tempo, cosa che purtroppo molti spesso rifiutano a priori.

 

Ricordiamo che sul tema della sicurezza informatica siamo impegnati con due progetti, Trust aWare con un consorzio europeo e Ambizione Italia per la cybersecurity con Microsoft.

Altre notizie che potrebbero interessarti

LV8. Coding for girls, il team del Federico Caffé vince l'hackathon

LV8. Coding for girls, il team del Federico Caffé vince l'hackathon

I nostri progetti

Rimani aggiornato sulle nostre ultime attività, notizie ed eventi